
Attraversiamo la Val di Merse, nel primo tepore di una nuova estate a dare magia a campi silenziosi che si colorano di papaveri rossi e grano dorato.
Regna un silenzio mistico in queste terre a sud-ovest di Siena, dove la vita scorre seguendo i ritmi delle stagioni, tra preghiere e lavoro nei campi. La strada ci porta verso Chiusdino, come se tutta l’energia silente della natura si muovesse armonicamente per guidarci verso un’esplosione di note, trionfi d’archi, corde delicate d’arpa.
Perche’ e’ questo che l’orecchio dell’anima ascolta quando tra il nulla appare agli occhi l’abbazia di San Galgano. A fare da preludio, un viale di cipressi che accompagna il nostro stupore verso archi rampanti e tetti turchesi.
Si’, un tetto che cambia continuamente colore, che crea giochi di luce, che amplifica i suoni del creato, che si macchia di stelle al calare della sera. Un tetto che non c’e’. In quel tetto crollato, nelle imponenti mura rimaste in piedi, nello scheletro delle colonne e degli archi rampanti, nel rosone cesellato, nel silenzio tutto parla della sua storia e della poesia che porta con se’.
Costruita nel 1218 fu usata per riti religiosi fino al XV secolo grazie anche al sostegno di Federico II, noto alchimista e ricercatore del Graal. Dopo lo splendore, peste e carestie segnarono l’inizio di una decadenza che ridusse arte e sacralita’ a mere mura atte ad accogliere materiale edile in funzione di magazzino.
Il tetto di piombo fu venduto per farne munizioni; un fulmine, diversi anni dopo, distrusse il campanile e le intemperie fecero il resto. Una storia di ricchezza e declino e di un nuovo splendore emanato dall’incuria e dalla dissoluzione tipico delle cose ferite. Un colpo d’occhio a chi la incontra per la prima volta, sia per l’isolamento, sia per la sacralità che emana ricordando i templi pagani dove l’assenza del tetto e’ un invito ad un rapporto empatico con il creato.
Lo stile gotico conferisce alla chiesa una bellezza drammatica; l’assenza del pavimento la rende grembo di un manto di erba e fiori selvatici; i resti dell’altare parlano di fede ed eternita’.
Accanto all’abbazia, una ripida salita ci conduce alla collina dove il suggestivo Eremo di Montesiepi si compiace della sua pianta circolare tipica dei templi pagani. Si dice che sotto ci sia una cripta vuota, mai scavata o che la particolare struttura dell’Eremo altro non sia che un perfetto calendario solare. Infatti ogni 21 giugno, il primo raggio di sole del solstizio d’estate nel penetrare attraverso le feritoie colpisce dei punti precisi della cappella centrale, fino ad illuminare esattamente la spada di Galgano.
Si’, proprio una spada e’ piantata in una roccia che rompe la semplicita’ di un pavimento di pietra al centro dell’eremo. La leggenda narra che il santo l’avesse conficcata nel suolo a crearne il simbolo della croce e a dichiarare l’avvenuta conversione da una vita dissoluta alla vera scoperta di dio. Sorprendenti sono poi le connessioni alla storia di Re Artu’ e della tavola rotonda.
Qualsiasi sia la realta’ dei fatti, e’ della realta’ che si decide di fare a meno in questo posto che gioca il suo fascino tra incanti di giochi di luce di un sole che fa capolino tra lo spettro di gotiche vetrate e sinfonie di venti e di ali di uccelli.
Un momento sospeso, tra cielo e terra che apre a dio, alla natura.
Ed e’ bello sedersi tra quelle mure impreziosite da fasci di luce artificiale meticolosamente studiati ad aspettare il crepuscolo fino a lasciarsi coprire da un tetto di stelle e capire che non siamo che parte di una stessa luce, di una sola energia.
Raffaella Pensieri e’ fondatrice di Breathe Italy, un tour operator nato nella frenetica Londra ma con la necessita’ di ritornare ai momenti autentici della sua terra d’origine. Nel suo blog parla di esperienze ispiranti e luoghi inediti per scoprire l’Italia con occhi diversi. Un ritorno all’anima, al respiro! Seguila su Twitter, Facebook , Instagram, e Pinterest.
Il consiglio del concierge: San Galgano si trova circa a metà strada tra Firenze e l’esclusivo litorale della Maremma in Toscana. Perché non pianificare una breve vacanza di fine estate combinando un soggiorno nello storico 5 stelle Relais Santa Croce con la possibilità di rilassarsi su una spiaggia privata a Punt’Ala?